Diario di bordo – Chi si ricorda la “Didattica breve”?

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Si tratta di un campo di ricerca che mi ha da sempre affascinata. Cominciai ad occuparmene quando insegnavo a un corso serale ITI elettrotecnico, classe IV. Missione, insegnare a volenterosi trenta-quarantenni già esperti in vari campi di lavoro ma pressochè digiuni di matematica, un ingente programma di analisi, con approfondimenti su successioni e serie, numeri complessi ed equazioni differenziali, il tutto in tempo-classe ridotto ai minimi termini, spesso, per loro, dopo una già faticosa giornata di lavoro.

Lo stesso principio didattico, a grandi linee fondato su una seria e ragionata ricerca di “nuclei fondanti” e percorsi logici anche interdisciplinari – la cosiddetta “distillazione della materia”, si applica molto bene anche nel campo a me ancora più caro della didattica interculturale, che se ben spesa diventa un supporto extracurricolare al potenziamento e al rinforzo anche della matematica (un mio articolo a riguardo, dal titolo “Islam e matematica: aspetti per una didattica interculturale”, è recentemente apparso nel volume “L’Islam e i grandi educatori – le religioni come sistemi educativi”, ed. Belforte, Livorno, 2019).

L’ipotesi corrente di riaprire a settembre le classi con lezioni di 40 minuti, mi sembra che renda di nuovo estremamente attuale e necessaria una riflessione su questa modalità didattica, soprattutto nel campo della matematica dove in quei 40 minuti non si tratta soltanto di far ragionare, trasmettere nozioni o consigliare letture, ma bisogna arrivare a un preciso dunque di “saper fare” molto specifici e a volte molto complessi e “lenti” da costruire.

Il lavoro richiesto è molto, soprattutto a monte della lezione, ma la spendibilità è a lungo termine e il “risparmio” in termini di insuccessi didattici può essere davvero notevole.

Qui il link a una pagina che ben illustra gli aspetti di questo metodo di lavoro (link esterno):

http://www.roberto-crosio.net/db/db.htm

Buona lettura!

Eid Mubarak – Buona festa della fine del digiuno di Ramadan

La festa dura tre giorni ed è cominciata ieri 24 maggio, primo giorno del mese di Shawwal, il decimo del calendario islamico, anno 1441 dell’Egira. ci è quindi lecito pubblicare gli auguri oggi, non siamo (così tanto) in ritardo!

Determinare la fine del mese di Ramadan è sempre un’esperienza un po’ scientifica e molto spirituale. Gli scienziati e astronomi dell’epoca d’oro hanno fatto del loro meglio per raffinare le tavole e osservazioni astronomiche affinchè esse fossero al servizio della religione, e se la tradizione prescrive la testimonianza diretta della visione della luna da parte del digiunatore, per stabilire sia l’inizio sia la fine del mese, il segreto di tale esperienza resta più racchiuso nella relazione micro-macrocosmica tra l’Uomo e il Creato che non nelle formule matematiche e nelle potenze dei telescopi.

In ogni caso, il tempo della festa è entrato e bisogna ben onorarlo! Buona Eid al-Fitr a tutti i musulmani.

Diario di bordo – Eid Mubarak Buona Festa!

Diario di bordo – Ramadan Karim

L’orologio astronomico con volvella lunare in Piazza Tre Martiri a Rimini (Wikimedia Commons)

Con il tramonto di ieri è cominciato il mese di Ramadan, il mese del digiuno per i musulmani di tutto il mondo che nella varietà delle scuole e delle etnie rappresentano complessivamente circa il 24% della popolazione mondiale, distribuiti in misura diversa in tutti i Paesi di tutti i continenti. Il mese di Ramadan richiede l’osservanza del digiuno, terzo pilastro della religione islamica, ma è anche un lungo momento di benedizione e di festa: è infatti il mese della discesa del Corano e nelle moschee (non quest’anno, purtroppo, per gli impedimenti dell’epidemia globale!) oppure nelle singole famiglie, si rinnova il ricordo e la recitazione devota, di tutto il Corano o di quello che ciascuno ne conosce.

Nella lunga attesa tra i due pasti, quello notturno del suhur, prima dell’inizio dell’alba, e quello serale dell’iftar (la rottura quotidiana del digiuno) appena il sole è scomparso dall’orizzonte fisico al tramonto, oltre alle quotidiane occupazioni e preghiere, i musulmani sono incoraggiati a studiare, affinare e approfondire la loro conoscenza della recitazione sacra da onorare nelle cinque preghiere.

Non mi dilungo oltre, ma per spiegare l’immagine dell’orologio astronomico che ho messo all’inizio di questo articolo, bisogna sapere che il calendario lunare islamico prevede di iniziare il mese quando ne venga vista, da un testimone, la primissima falce di luna. Bisogna quindi sapere in anticipo quando potrà cadere il giorno di questo evento astronomico. Per questo i musulmani, arrivati in Persia e nel centro Asia fin dai primi secoli dell’avvento della nuova religione (quindi già a partire dal VII-VIII secolo d.C.), assimilarono e svilupparono per le proprie esigenze le conoscenze astronomiche e matematiche dei Persiani e dei Babilonesi ma anche degli Indù e dei Cinesi.

Furono loro a diffondere capillarmente l’uso dell’astrolabio e degli orologi astronomici, proprio per le necessità legate ai tempi della preghiera e degli altri riti come il digiuno a scandire la vita religiosa. In particolare la volvella, che rappresenta meccanicamente le fasi lunari e a volte è presente anche negli orologi da polso, fa parte di questi utili strumenti e può essere costruita anche con carta e forbici e qualche buon modellino che si può trovare anche online.

Ramadan Karim – auguri di un generoso Ramadan – a tutti gli studenti, insegnanti, assistenti scolastici, amministratori, genitori, parenti e amici di religione islamica. 🌒🌒🌒