
Una parola al giorno – Ottusangolo

«Una parola al giorno», quattro lingue con permesso di soggiorno euro-mediterraneo, per comunicare operativamente persino la matematica!
Oggi vediamo il termine operazione, già più volte apparso nel commento di altre schede nelle quali, quindi, da oggi potremo attivare i relativi link.
Parliamo naturalmente del termine inteso in ambito matematico, lasciando quindi da parte le operazioni chirurgiche, quelle finanziarie e chi più ne ha più ne metta.
L’etimologia nelle lingue europee è dal verbo latino operare: non ci avventuriamo più indietro di così.
La radice araba ‘-m-l con prima radicale ‘ayn è molto importante nella lingua araba, ha a che fare con le azioni, le opere; la radice significa «essere attivo», «agire», «comportarsi» e anche «operare», anche nel senso esteso come in «operare il bene». In quest’ultimo senso è radice di molte espressioni anche coraniche.
Il termine ‘amaliyyah ha molti significati tra cui anche lavoro, attività, procedimento, lavorazione; nel significato di «operazione» viene allo stesso modo utilizzato, come nelle lingue europee, sia per indicare le operazioni matematiche sia per ogni altro tipo di «operazione» (come accennavamo all’inizio: finanziaria, chirurgica, ecc.).
Per oggi è tutto, a domani con un’altra parola in quattro lingue
#unaparolaalgiorno #euro-mediterraneo #staytuned
Proseguiamo, dopo ingiustificata pausa, la rassegna dei numeri nelle diverse lingue, perchè non si può contare soltanto fino a sette, no?
Vediamo quindi il numero otto, innanzitutto con la scheda quadrilingue:
L’arabo thamâniyyah, dove th è un suono unico simile al th inglese di think e la seconda vocale è lunga, è un po’ impegnativo da pronunciare soprattutto per via della lunghezza, ma ce la possiamo fare sicuramente! Attenzione alla scrittura in cifre da non confondere con quella del 7: sempre una «v» ma rovesciata, con la punta all’insù.
Può aiutare o confondere, a seconda della forma mentis di ciascuno, sapere che la scrittura araba ٨ assomiglia come forma all’ideogramma corrispondente del Cinese classico: 八. Così abbiamo introdotto clandestinamente una ulteriore lingua nella quale – questo è certo – non mi avventurerò mai con le mie sole forze!
A seguire, completiamo oggi almeno la decina!
#unnumeroalgiorno #nonpropriotuttiigiorni #numerando
«Una parola al giorno», quattro lingue con permesso di soggiorno euro-mediterraneo per comunicare senza frontiere persino la matematica!
Oggi parliamo di omotetìa, concetto che estende quello di isometria comprendendolo come caso particolare.
L’etimologia nelle lingue europee, dal greco ὁμός, «uguale, simile» e ϑετός, «collocato», chiarisce il senso del concetto matematico: due figure sono omotetiche se le loro parti sono «collocate in modo simile» le une rispetto alle altre, ovvero se sono rispettate le proporzioni fra le parti corrispondenti delle due figure.
In modo informale, si può descrivere l’omotetia come un ingrandimento o rimpicciolimento della figura; concetto strettamente legato è quello di similitudine, di cui l’omotetia indica il tipo di relazione o di funzione applicata per ottenerla.
L’arabo munâsabah (a lunga e nessuna enfatica; l’ultima h è ortografica e indica il femminile o il neutro), dalla radice n-s-b che ha il significato generale di proporzione, deriva dalla sesta forma verbale che relativamente a questa radice assume il significato di «essere in rapporto l’uno con l’altro», «armonizzare», «collimare», «essere conforme a qualcosa».
Troveremo ancora spesso questa radice, anche legata a logaritmi, percentuali e a tutto il linguaggio delle proporzioni.
#approfondiremo #staytuned #unaparolaalgiorno