Una parola al giorno – Figura

«Una parola al giorno», quattro lingue con permesso di soggiorno euro-mediterraneo, per comunicare senza fare brutte figure persino la matematica!

Parliamo oggi di figura, un concetto insieme a quello di forma che pure andrebbe elencato fra i concetti primitivi poichè se ci intendiamo sul termine è sicuramente in buona parte grazie a una componente intuitiva del pensiero.

Per l’italiano, a cui aggiungiamo il francese e lo spagnolo, il dizionario Treccani indica l’etimologia nel latino fingĕre «plasmare, modellare» e presuppone quindi un «qualcosa» che viene plasmato o modellato in una forma in qualche modo riconoscibile o determinante la «personalità», se mi concedete il termine, di un oggetto. E d’altra parte nella lingua corrente il termine «figura» si riferisce anche alla personalità, ad esempio quando diciamo «una figura di rilievo» nel campo di una certa arte o scienza, mentre l’arte di fingere (permettetemi il gioco di parole) è indubbiamente connaturata all’essere umano!

180508Glossario- Figura

Riguardo all’etimologia inglese, trovo il germanico  sceppan che significa «creare», da cui l’antico vocabolo gesceap col significato di «forma esteriore» o anche «creazione».

Siamo quindi sempre a concetti molto concreti e materiali, mentre la figura o forma geometrica ha il non trascurabile particolare di applicarsi a un «qualcosa» che è soltanto pensato e puramente immateriale.

A rafforzare questa meditazione filosofica, l’arabo shakhSiyyah proviene dalla radice sh-kh-S (l’ultima S enfatica) che ha un significato di emergere, spiccare, scaturire, molto vicino all’antico inglese, e tra i diversi concetti che si generano da essa troviamo anche quello di «personalità», anche nel senso più astratto di «personalità giuridica».

Tutto torna quindi, come sempre c’è concordanza nelle etimologie e nella portata filosofica dei termini nelle diverse lingue.

A domani per altre parole, continuate a seguire e lasciate i vostri sempre graditissimi appunti e commenti!

#unaparolaalgiorno #tuttoilmondoèpaese #bellafigura #ditelavostra

 

Una parola al giorno – Frazione decimale

«Una parola al giorno», quattro lingue con permesso di soggiorno euro-mediterraneo, per comunicare piacevolmente persino la matematica!

Terzo e per il momento ultimo inciso sulle frazioni, parliamo oggi di frazione decimale. Si tratta di quel tipo di frazione che ha per denominatore una potenza di dieci.

180507Glossario- Frazione decimale

Una frazione decimale, nel momento in cui si calcola la divisione, dà luogo ad un numero decimale finito, con un numero di cifre dopo la virgola corrispondente alla potenza di dieci presente al denominatore.

Facciamo un esempio: la frazione \frac{37}{1000} è una frazione decimale in quanto il suo denominatore è 1000, che si può anche scrivere 10^{3} (dieci alla terza). Prevediamo quindi che il risultato della divisione 37/1000 sia un numero decimale con tre cifre dopo la virgola. Eseguendo la divisione si ottiene in effetti il risultato 0,037.

Per quanto riguarda le etimologie, l’aggettivo corrispondente a «decimale» ha derivazione latina per tutte e quattro le lingue europee (contando come sempre anche l’italiano) e rimanda al numero dieci. Stessa cosa in arabo, dove ‘ushriyy (l’apostrofo iniziale è una ‘ayn) ha la stessa radice di ‘asharah che indica il numero dieci.

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#unaparolaalgiorno #ditelavostra #frazioni

Una parola al giorno – Frazione impropria

«Una parola al giorno», quattro lingue con permesso di soggiorno euro-mediterraneo, per comunicare in buoni rapporti persino la matematica!

Proseguiamo con la terminologia relativa alle frazioni, proponendo oggi l’espressione frazione impropria, strettamente correlata al concetto di frazione propria introdotto ieri.

Ricordiamo che una frazione N/D (dove N indica il numeratore e D il denominatore) si dice impropria quando la parte intera della divisione N:D è maggiore di zero in valore assoluto.

180506Glossario- Frazione impropria

Prendiamo ancora l’esempio delle due frazioni 4/7 e 7/4 introdotto nella scheda sulla frazione propria: abbiamo detto che 7/4 rappresenta, a differenza di 4/7, una frazione impropria.

L’uso delle classiche «fette di torta» ci viene in aiuto, ammesso che siamo capaci a dividere un cerchio in sette parti uguali! Ma facciamo finta di essere capaci, e avviamo quindi questa riflessione di pasticceria (eh sì, per fortuna hanno inventato geogebra che ci dà quest’illusione di onnipotenza…) 📐✍️

Dando un’occhiata alle figure è infatti facile rendersi conto della differenza che corre fra il mangiare i quattro settimi di una torta e i mangiare i sette quarti di una torta, anzi di due torte.

Eh sì, perchè indigestione a parte, per fare i sette quarti non basta una sola torta ma ce ne vogliono due: ecco perchè la chiamiamo una frazione impropria: devo dividere un qualcosa che però ho dovuto prima moltiplicare. Facile, no?

quattrosettimi

quando mi sono appena abbuffato con i quattro settimi di una torta (quelli colorati sono i tre settimi restanti!): seppure esagerata, dal punto di vista delle frazioni si tratta di un’abbuffata propria 

settequarti

Quando sono passati a trovarmi i miei amici e insieme ci siamo abbuffati con i sette quarti di una – pardon, di due – torte. (In colore il quarto di torta avanzato per la colazione di domani mattina). Dal punto di vista delle frazioni (e anche della dietologa!) si è trattato di un’abbuffata impropria.

Frazioni a parte, ricordate di mangiare sempre il giusto, né troppo né troppo poco, variando la dieta e senza esagerare!

Ritornando alle nostre schede multilingue, rispetto alla precedente vi è soltanto la variazione di una particella di negazione: prefissa nelle lingue europee, espressa dall’avverbio ghayr (dove gh indica una lettera unica, la ghayn, simile nella pronuncia alla r francese).

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#unaparolaalgiorno #ditelavostra #frazioni

 

Una parola al giorno – Frazione propria

«Una parola al giorno», quattro lingue con permesso di soggiorno euro-mediterraneo, per comunicare piacevolmente persino la matematica!

Oggi ritorniamo sul tema delle frazioni e, per qualche giorno, vedremo terminologie ad esse correlate.

Cominciamo con il concetto di frazione propria, ricordando che definiamo propria una frazione che esprime un rapporto il cui valore numerico è un decimale compreso fra zero e uno.

180505Glossario- Frazione propria

In alternativa possiamo dire che una frazione è propria quando il numeratore è minore del denominatore.

Ad esempio 4/7 (quattro settimi) è una frazione propria mentre 7/4 (sette quarti) non lo è.

Per quanto riguarda etimologie &co. , sul termine frazione ci siamo già espressi nella scheda dedicata; riguardo al termine «propria», anche nelle lingue europee è da intendersi nel senso specificato dall’arabo haqiqiyyah, che letteralmente significa «veritiera».

Delle frazioni improprie parleremo nella scheda di domani.

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Una parola al giorno – Fascio

«Una parola al giorno», quattro lingue con permesso di soggiorno euro-mediterraneo, per comunicare in modo proprio persino la matematica!

A proposito di cose «proprie», oggi vediamo la parola fascio, riferendoci naturalmente agli insiemi di tutte le rette passanti per uno stesso punto (fascio proprio) e agli insiemi di tutte le rette parallele ad una retta data (fascio improprio).

 

180421Glossario-Fascio di rette

Sulla correttezza tecnica delle traduzioni non sono sicura al 100%, nemmeno per le lingue europee.

Il termine arabo proposto traduce senz’altro la nostra parola intesa nel senso della lingua comune, di affastellamento, covone, ecc., mentre nessuna accezione tecnico-matematica viene segnalata nel dizionario a mia disposizione.

Anche a questo proposito andrò ad approfondire e documentarmi ulteriormente nel prossimo periodo.

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Una parola al giorno – Frazionario

«Una parola al giorno», quattro lingue con permesso di soggiorno euro-mediterraneo, per comunicare con piacere persino la matematica!

La parola di oggi è frazionario. Si tratta di un termine quasi «di servizio», considerando che ieri abbiamo introdotto il termine frazione, al quale quindi rimando per ogni considerazione sulle etimologie.

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Perdonatemi quindi la brevità: oggi ci gustiamo soltanto il suono in ognuna delle lingue. Anche l’arabo in questo caso è abbastanza «What You See Is What You Get»: la k è una k; la s è una s (come in «sasso», non come in «rosa»); la r è una r (l’avreste mai detto?). Le vocali û ed î con gli accenti circonflessi sono lunghe.

Che altro dire? Buon inizio di settimana, in attesa di futuri aggiornamenti anche di questo post «di servizio».

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