«Una parola al giorno», quattro lingue con permesso di soggiorno euro-mediterraneo, per moltiplicare le possibilità di comunicazione persino della matematica!
Proseguendo con le quattro operazioni aritmetiche, oggi vediamo la parola Moltiplicazione.
Poco si riflette, di solito, sul fatto che questa operazione non è altro che una scorciatoia di scrittura per quelle particolari addizioni dove gli addendi sono tutti uguali fra di loro.
Da qui anche la compilazione di quelle che ormai è consuetudine chiamare le Tabelline (eventualmente con l’aggiunta dell’aggettivo Pitagoriche), le quali altro non sono che un «database» minimo di informazioni che sarebbe impensabile dover calcolare da zero ogni volta, e anzi costituiscono delle specie di «blocchi del Lego» (e no, non sono sponsorizzata, mi spiace per me!) con i quali articolare costruzioni più complesse. Un po’ come il vocabolario di base di una lingua, a partire dal quale si può riuscire a comunicare anche altri concetti ma senza il quale è veramente difficile esprimere anche le cose più semplici! Ne abbiamo parlato qualche tempo fa in questo simpatico articolo che vi consiglio di leggere.
Avventurandomi nelle etimologie, noto che il latino multi-plicare che viene normalmente dato come origine ha questa radice plicare che significa «piegare». Penso allora anche ad altri composti come dis-piegare e mi dò una ragione del nesso, ma vorrei saperne di più. Cerco ancora e trovo il verbo plectere che significa «intrecciare» e al perfetto fa plexi. Mi sembra pertinente e in effetti, in un dizionario etimologico, trovo che entrambi i verbi – plicare e plectere – vengono collegati alla radice sanscrita pr-na-k-mi (mancano un po’ di punti diacritici sotto le lettere, mi perdoneranno gli esperti) con i significati di «collegare», «mischiare», da cui forse anche il greco plekô (attorcere, intrecciare). Non essendo in grado di valutare questa abbondanza di informazioni, tali e quali le riporto ritenendomi personalmente soddisfatta, stavolta, dei risultati della ricerca.
Per quanto riguarda l’arabo, la forma della parola è quella di una messa in atto , di una realizzazione pratica di qualcosa, sulle note della radice D-‘-f (Dad enfatica e seconda radicale ‘ayn) che significa proprio «raddoppiare», «replicare», «moltiplicare».
Un’altra forma possibile del termine, più vicina all’espressione dell’operazione in sé inteso come atto del moltiplicare, è taDâ’uf.
Sotto la stessa radice troviamo altri termini correlati come ad esempio Multiplo e minimo comune multiplo (mcm) le cui schede arriveranno prossimamente.
Restate quindi sintonizzati sulle pagine di Una parola al giorno.
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