Una parola al giorno – Omotetia
«Una parola al giorno», quattro lingue con permesso di soggiorno euro-mediterraneo per comunicare senza frontiere persino la matematica!
Oggi parliamo di omotetìa, concetto che estende quello di isometria comprendendolo come caso particolare.

L’etimologia nelle lingue europee, dal greco ὁμός, «uguale, simile» e ϑετός, «collocato», chiarisce il senso del concetto matematico: due figure sono omotetiche se le loro parti sono «collocate in modo simile» le une rispetto alle altre, ovvero se sono rispettate le proporzioni fra le parti corrispondenti delle due figure.
In modo informale, si può descrivere l’omotetia come un ingrandimento o rimpicciolimento della figura; concetto strettamente legato è quello di similitudine, di cui l’omotetia indica il tipo di relazione o di funzione applicata per ottenerla.
L’arabo munâsabah (a lunga e nessuna enfatica; l’ultima h è ortografica e indica il femminile o il neutro), dalla radice n-s-b che ha il significato generale di proporzione, deriva dalla sesta forma verbale che relativamente a questa radice assume il significato di «essere in rapporto l’uno con l’altro», «armonizzare», «collimare», «essere conforme a qualcosa».
Troveremo ancora spesso questa radice, anche legata a logaritmi, percentuali e a tutto il linguaggio delle proporzioni.
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Laureata in matematica all’università di Pavia (laurea quadriennale a indirizzo didattico), la vita mi ha portato a un ruolo di responsabilità nella rappresentanza dell’Islam italiano e a un intenso lavoro di studi interreligiosi. Nel tempo libero studio nuove lingue, esploro nuovi argomenti e strumenti della matematica, curo il mio terrazzino con vista skyline meneghina e mi diletto di tourism management. Non sono un’atleta ma mi piace camminare.
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