«Una parola al giorno», quattro lingue con permesso di soggiorno euro-mediterraneo per comunicare piacevolmente persino la matematica!
La parola di oggi è un po’ più geografica che matematica, svolge un ruolo come si suol dire di «disambiguazione», se non altro dal momento che in spagnolo anche parallela può aver forma maschile, in inglese e in francese invece la parola rimane tale e quale nei due casi in ogni caso.
Con l’arabo restiamo sempre nella stessa radice misteriosa (per il momento, s’intende!), cambiando soltanto la forma che in questo caso è quella di un’azione in corso di realizzazione. Quindi il parallelo è – per eccellenza – la «messa in pratica» dell’esser paralleli: dalla potenza all’atto, o dall’idea (in senso platonico) alla manifestazione. Senza farci ingannare dal fatto (filosoficamente interessante, in ogni caso) che in questo passaggio dal platonico al pragmatico si realizza anche una migrazione dall’euclideo allo sferico, per quanto riguarda il tipo di geometria.
Ecco quindi che i paralleli geografici, benchè partano tutti perpendicolari a un meridiano qualunque, per poter essere, euclideamente, «paralleli», finiscono in realtà per non avere lo statuto di rette, sulla sfera.
Lo so, è complicato, ne parleremo meglio in prossime occasioni!
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