«Una parola al giorno», quattro lingue con permesso di soggiorno euro-mediterraneo, per comunicare piacevolmente persino la matematica!
Dopo la perpendicolare, introduciamo oggi la parallela. Parliamo sempre, beninteso, della retta.
A seconda di come ordiniamo logicamente i due concetti di perpendicolarità e parallelismo, otteniamo approcci – e risultati – diversi rispetto alla nostra visione della geometria.
Abbiamo visto ieri la definizione di rette perpendicolari, come due rette (aventi un punto in comune) che tagliano il piano in quattro angoli congruenti.
La definizione che amo io di rette parallele, è quella di rette perpendicolari ad una stessa retta.
Il quinto postulato di Euclide afferma allora che due rette in questo modo definite parallele, non hanno punti in comune. E che la geometria euclidea abbia inizio!
Etimologia, come di consueto: per le tre lingue europee – e si aggiunga, a fare quattro, l’italiano – il termine risale al greco παράλληλος formato da παρά che significa «presso» o «a fianco di» e ἄλληλος che significa «reciprocamente».
L’arabo mawaz ha la forma del participio passato, la radice ha due deboli e quindi – prima o poi ci farò un esercizio di calcolo combinatorio – un bel po’ di possibilità da spulciare sul dizionario arabo-e-basta. Confesso che sono ancora in alto mare. Per farmi perdonare vi dico che un altro modo per dire retta parallela, con variazione sulla stessa radice, è khaTT mutawâzî.
#staytuned per necessari aggiornamenti futuri!
#unaparolaalgiorno #parallelamente
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