«Una parola al giorno», quattro lingue con permesso di soggiorno euro-mediterraneo per esprimersi e comunicare persino in matematica!
Oggi diamo voce alla parola postulato: l’inizio dell’antipatia di molti studenti per la matematica!
Postulare in latino significa «chiedere», «richiedere», mentre l’arabo musallamah [la maiuscola è lì per errore: prometto, correggerò!] si può tradurre a grandi linee con «qualcosa di pacifico».
Il latino quindi esprime la richiesta di un accordo sulle premesse, l’arabo esprime il risultato di aver trovato pacificamente, sulle premesse, tale accordo. Mi sembra carino, come scenario, che dite?
A proposito di questo accordo pacifico, corre l’obbligo di menzionare l’ultramillenario dibattito che non cessò di animare i secoli e la storia della matematica intorno al quinto postulato di Euclide, quello che dà forma alla geometria euclidea e la cui discussione ha permesso nel diciannovesimo secolo di formalizzare anche due diversi tipi di geometrie non euclidee: la geometria sferica e la geometria iperbolica.
A ragion veduta, qualcuno si è mai chiesto quanto Euclide fosse in realtà consapevole della straordinaria innovazione della sua geometria, e quanto «intuitiva» essa ci sembri soltanto grazie a quasi duemila anni del suo utilizzo? Perchè in effetti di euclideo nel mondo naturale c’è ben poco: si pensi ad esempio alla retta, ne abbiamo parlato proprio a tal proposito.
Se così fosse, il valore simbolico citato da Dante per la nota proprietà dei triangoli inscritti in un semicerchio, sarebbe più di una semplice coincidenza. Voi che ne pensate? Lasciate i vostri commenti!
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