O se del mezzo cerchio far si puote
triangol sì che un retto non avesse
Nel Paradiso di Dante, è di casa la geometria euclidea!
Quelli sopra riportati sono i versi 101 e 102 del tredicesimo Canto, e il buon Dante cita la bella proprietà euclidea dei triangoli in un passaggio che apre in realtà ad una logica metafisica più elevata, dove la domanda di fondo è se si possa andare oltre questo ed altri risultati della più sublime logica terrena.
Resta invariata la domanda: i lettori di Dante erano tutti ferrati in geometria, oppure fu un vezzo del Poeta di inserire un riferimento che fosse inafferrabile anche ai più sofisticati dei filosofi?
Qualunque sia la risposta, massima ammirazione per Dante e per la vastità e precisione delle sue conoscenze!
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